”Il carcere non ostacola più l’operatività dei boss”
L’allarme del procuratore aggiunto di Bari Francesco Giannella
“Il carcere non ostacola più l’operatività delle mafie, che operano su due binari, dentro e fuori gli istituti penitenziari, grazie a una circolazione incontrollata di telefoni cellulari di piccolissime dimensioni, introdotti nelle carceri di tutta Italia nei modi più fantasiosi”. Lo ha detto il procuratore aggiunto di Bari, coordinatore della Direzione distrettuale antimafia, Francesco Giannella, nel corso dell’audizione davanti alla Commissione consiliare sul fenomeno della criminalità in Puglia.
Giannella ha fatto un quadro delle mafie dell’intero distretto, Bari, Bat e Foggia, parlando di “evoluzione dei clan” che hanno “stabilito collegamenti con le organizzazioni criminali internazionali, essendo la Puglia testa di ponte per i traffici dall’Albania, ma anche con le mafie storiche di Cosa nostra, ‘Ndrangheta e Camorra”. Il procuratore ha poi evidenziato che “l’ultima frontiera della mafia è l’infiltrazione nel tessuto economico, dall’agroalimentare al turismo, dal gaming alle cripto-valute” e poi, “nel territorio foggiano, il potenziamento della capacità delle organizzazioni criminali di infiltrarsi nel settore politico-amministrativo. Ne sono dimostrazione – ha detto Giannella – gli scioglimenti per mafia dei cinque Comuni di Monte Santangelo, Manfredonia, Mattinata, Cerignola e Foggia”.
In particolare parlando del territorio foggiano, le cui mafie “rappresentano il fenomeno più preoccupante del distretto”, un fenomeno in crescita è quello delle estorsioni.
“E’ evidente – ha spiegato Giannella – un generalizzato assoggettamento estorsivo a danno di intere categorie imprenditoriali”. Sottolineando l’importanza dei provvedimenti patrimoniali, per il procuratore è necessario “l’utilizzo reale dei beni confiscati alla mafia che devono avere ricadute sociali, altrimenti passa il messaggio negativo che lo Stato si appropria di questi beni ma non sa cosa farne